Menarini rete pediatri “SalvaBimbi” in Liguria e in Puglia
Il progetto Menarini “Stop agli abusi sui bambini” prosegue il suo obiettivo di creare una capillare rete antiabuso in tutte le regioni italiane; ultimamente sono state raggiunte le città di Brindisi e Genova con un corso di formazione, dall’approccio innovativo e molto pratico, rivolto ai pediatri per promuovere una forte azione preventiva contro gli abusi sui minori.
Lanciato quasi un anno e mezzo fa, in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria (SIP) e la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), “Stop agli abusi sui bambini” vedrà pediatri “trainer” impegnati a formare oltre 15.000 medici “sentinella”.
“Non c’è a questo mondo grande scoperta o progresso che
tenga, fintanto che ci sarà anche un solo bambino triste.”Albert Einstein
Progetto Menarini “Stop agli abusi sui bambini”: tappa a Brindisi
Non è un tema che può essere più ignorato: “i bambini sono il nostro futuro e il nostro compito è quello di proteggerli”. Da questa riflessione è nato il progetto Stop agli abusi sui bambini che con impegno e passione portiamo avanti tappa dopo tappa.
Secondo i dati regionali delle Linee Guida per il maltrattamento sui minori in Puglia, i bimbi a rischio di incuria, violenze psicologiche e fisiche presi in carico dai servizi sociali sono oltre 6.000: di questi il 3,5% subisce violenze fisiche e il 2% violenze sessuali – dato, quest’ultimo, ampiamente sottostimato rispetto alla media nazionale del 4,2%.
Un numero altissimo che nasconde tante piccole voci, troppo spesso inascoltate. Un numero che purtroppo cresce esponenzialmente, arrivando a contare 70/80 mila tra bimbi e adolescenti, se allarghiamo la riflessione su tutto il territorio nazionale.
«Occorre fare molta attenzione ed evitare pregiudizi nel cercare di intercettare gli abusi sui minori perché il fenomeno è estremamente trasversale e si annida in tutti gli ambienti – afferma Domenico Cipolla, formatore nazionale per la SIP – Società Italiana di Pediatria.
Se il degrado economico e sociale delle periferie è infatti un forte indicatore di rischio, non per questo bisogna farsi fuorviare. Infatti bisogna cogliere i segnali di disagio a prescindere dal quartiere o zona di provenienza perché gli ambienti più privilegiati, le cosiddette famiglie “bene” possono nascondere casi di abusi insospettabili. Se l’incuria, la trascuratezza e l’abbandono familiare rappresentano le tipologie di abuso che emergono più facilmente, d’altro canto c’è una forte esigenza di corsi ad hoc per i pediatri perché siano sempre più preparati e pronti ad individuare i casi di violenza più subdola come quella sessuale.»
Attraverso la rete “SalvaBimbi” sarà creata la prima rete al mondo antiabuso, formata da 15 mila pediatri e medici di base allenati a riconoscere i segnali di difficoltà inespressi dell’infanzia, ovvero le “sentinelle del disagio dei minori”. Inoltre, i tredici ospedali pediatrici più importanti del paese, saranno coinvolti come punti di riferimento dei medici e come centri dove poter affrontare l’emergenza e la fase di recupero successiva all’intervento per proteggere i bambini dalle violenze.
“La difesa dei bambini è lo spirito che anima questo progetto ambizioso e
coinvolgente, che rende l’Italia un esempio per tutti gli altri Paesi.”Lucia Aleotti, presidente Gruppo Menarini
Progetto Menarini: Rete “SalvaBimbi” a Genova
La rete “SalvaBimbi” è arrivata anche a Genova. «Con riferimento alla popolazione infantile, ogni pediatra a Genova e provincia ha in carico tra i suoi assistiti 10 bambini a rischio di maltrattamenti gravi, tra cui l’abuso sessuale – dichiara Giorgio Conforti, presidente SIP Liguria.
In molti casi, però, è emerso che il pediatra non era a conoscenza dell’abuso perché mancava un suo coinvolgimento da parte dei servizi sociali. Si stima anche che in una scuola che conta mediamente 500 bambini 5 sono riconosciuti a rischio abusi. Per questo motivo siamo molto soddisfatti di questo progetto volto a formare i pediatri sul tema dell’abuso sui minori che trova nella nostra regione un terreno molto fertile dal momento che va a potenziare una rete di assistenza tra i vari operatori, finalizzata a far emergere la casistica.»
«Riteniamo che la figura del pediatra, sia esso di famiglia, universitario od ospedaliero, svolga un ruolo centrale nella lotta agli abusi sui minori di qualsiasi genere e grado – osserva Luigi Nigri, responsabile del progetto per FIMP –, ma per fare emergere il sommerso e dare un aiuto concreto alle piccole vittime senza voce è necessario conoscere gli strumenti clinici e giuridici e gli atteggiamenti più appropriati da assumere in situazioni così delicate. Per questo la giornata formativa ha lo scopo di fornire una guida concreta al riconoscimento e alla segnalazione degli episodi di abuso al fine di creare un sistema fatto di pediatri che sappiano a loro volta orientare altri colleghi fornendo consigli e aiuto per la gestione dei casi sospetti.»