Il convegno RespiraMi affronta il tema cruciale dell’inquinamento atmosferico

La salute degli esseri umani e l’equilibrio degli ecosistemi che li circondano sono indissolubilmente legate: il nostro benessere non dipende soltanto dalla disponibilità di cibo e acqua, ma anche dall’aria che respiriamo. Quando svolgiamo le attività quotidiane (lavoro, scuola, e così via) in ambienti inquinati, sia il nostro corpo che la nostra mente subiscono un impatto negativo: proteggere l’ambiente, quindi, non riguarda solo la salvaguardia del nostro pianeta, ma anche quella della nostra salute.

In questo contesto, è fondamentale comprendere il concetto di particolato fine, utilizzato per indicare le polveri sottili, ovvero l’insieme di particelle microscopiche, solide e liquide, che si trovano in sospensione nell’aria che respiriamo. Queste particelle, suddivise in PM10, PM2.5 e PM1 in base al loro diametro, possono penetrare nei polmoni e causare danni significativi alla salute umana.

L’inquinamento atmosferico, infatti, rappresenta la principale minaccia ambientale per la salute in Europa e contribuisce in modo significativo all’insorgenza di malattie cardiovascolari, ictus e tumori ai polmoni. Inoltre, l’inquinamento ambientale è associato anche a infezioni respiratorie e asma e contribuisce a renderci più vulnerabili nei confronti di altri “fattori di stress”, come gli agenti patogeni.
La vulnerabilità all’inquinamento ambientale è amplificata da numerosi fattori, come l’età e la presenza di condizioni di salute preesistenti o comportamenti specifici. Questo significa, inevitabilmente, che bambini, anziani, donne incinte e persone con patologie sono i soggetti che risentono maggiormente degli effetti dell’inquinamento.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 24% di tutte le malattie mondiali è attribuibile all’esposizione a fattori ambientali, mentre il 33% delle malattie infantili sotto i 5 anni è causato da tali fattori. 
In Italia, il Ministero della Salute ha rivelato cifre allarmanti, con 30.000 morti annue causate dal particolato fine (PM2.5) e una riduzione di 10 mesi della vita media degli italiani causata dall’inquinamento atmosferico. 

L’impatto dell’inquinamento ambientale risulta ancora più evidente nelle città, dove il traffico automobilistico e le concentrazioni di inquinanti atmosferici raggiungono livelli estremi. Nelle zone ad alta urbanizzazione, le elevate concentrazioni di polveri sottili e biossido di azoto evidenziano una situazione critica: nel 2022, ben 29 città italiane su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10. In particolare a Torino, Milano Modena, Asti, Padova e Venezia, che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti.

Tra le misure da adottare per ridurre il carico di malattie legato all’ambiente possono esserci comportamenti positivi come la promozione di metodi sicuri di conservazione dell’acqua nelle case e di misure igieniche, l’uso di carburanti più puliti e sicuri, l’aumento della sicurezza nella costruzione degli edifici, l’utilizzo ragionato di sostanze tossiche a casa e sul posto di lavoro, la migliore gestione delle risorse idriche, oltre ai concetti generali e sempre validi di sostenibilità, efficienza energetica, riduzione dei consumi, riutilizzo e riciclo. 

Per affrontare questo problema, il Seminario Internazionale RespiraMi, organizzato dalla Fondazione Menarini e dall’Environmental Research Group (ERG) dell’Imperial College di Londra, rappresenta un importante momento di incontro e confronto tra esperti internazionali per presentare i risultati delle ricerche sull’inquinamento atmosferico portate a termine negli ultimi anni e aggiornare le conoscenze sui traguardi raggiunti.

Il convegno, intitolato Recent Advances on Air Pollution and Health, si terrà a Milano il 29 febbraio e l’1 marzo e avrà come presidenti Francesco Forastiere, Sergio A. Harari, Michal Krzyzanowski e Pier Mannuccio Mannucci.
La prima giornata del seminario si concentrerà sulle relazioni tra inquinamento atmosferico e salute, esplorando le connessioni scientifiche tra l’inquinamento e malattie cardiovascolari, respiratorie, tumorali, neurologiche e mentali.
La seconda giornata affronterà ricerche specifiche sull’inquinamento atmosferico in Italia, con un focus sulla pianura padana, e discuterà delle azioni intraprese dall’Unione Europea e dal Regno Unito per ridurre i rischi sanitari derivanti dall’inquinamento.

Giunto alla sua quinta edizione, il Seminario Internazionale RespiraMi è l’occasione per rispondere alla difficile sfida rappresentata dall’inquinamento atmosferico con un dialogo e la ricerca attiva di soluzioni concrete, nella speranza di garantire un futuro migliore, in cui l’aria che respiriamo non sia più una minaccia per la nostra salute.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *