Donne e industria farmaceutica: il modello Menarini

La questione della parità di genere e delle pari opportunità è uno dei temi più attuali del nostro tempo. In particolare nell’ambito scientifico e farmaceutico, la presenza femminile è ancora relativamente limitata. Secondo i dati dell’UNESCO Institute for Statistics, le donne rappresentano meno del 30 % dei ricercatori nel mondo; inoltre, le donne che intraprendono una carriera nell’ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) hanno meno pubblicazioni a loro nome, percepiscono una paga inferiore e progrediscono più lentamente a livello professionale rispetto alle loro controparti maschili. Il gender gap è ugualmente problematico nell’ambito farmaceutico, soprattutto a livello dirigenziale, che vede solo il 25 % di presenza femminile nei gruppi dirigenti.

In un panorama come quello del mondo scientifico e farmaceutico il Gruppo Menarini si pone come esempio virtuoso che va contro la tendenza globale di esclusione femminile. Circa metà dei dipendenti del gruppo, infatti, sono donne. Il numero aumenta se si guardano alcuni settori strategici, in particolare quello della Ricerca e Sviluppo, che vede una presenza femminile del 70 %

Sono donne anche due figure importantissime nel consiglio di amministrazione del Gruppo: Lucia Aleotti, azionista e membro del Board Menarini, ed Elcin Barker Ergun, Amministratore Delegato del Gruppo Menarini dal 2019.
In realtà dietro queste percentuali non c’è nessuna logica politically correct – ha dichiarato Lucia Aleotti, – Se abbiamo scelto Elcin Barker Ergun come AD del nostro Gruppo è perché si è dimostrata di gran lunga la migliore, e lo stesso vale per tutte le nostre dipendenti.

Queste esperienze aprono uno spiraglio di positività sul segmento Italia, dove i numeri, comparati a quelli del resto del mondo, sono abbastanza incoraggianti.

Noi come settore – ha sottolineato il presidente di Farmindustria (Associazione Italiana delle Imprese del Farmaco) Massimo Scaccabarozzi – Abbiamo una presenza femminile molto importante”, per la precisione del 43% rispetto al 29% dell’industria manifatturiera. “Addirittura nell’ambito della ricerca è superiore al 50%. Da uomo sono orgoglioso di dire che, siccome la nostra ricerca produce innovazione, e la maggioranza dei ricercatori da noi è donna, l’innovazione è donna“.

Non solo, nel pharma  “a livello di quadri e dirigenti abbiamo una presenza femminile del 42%, un numero altissimo rispetto all’industria manifatturiera che è ferma al 21%. Inoltre se noi guardiamo gli under 35 i quadri e dirigenti donna passano al 52%. Questo vuol dire che il trend continua”.

Oltre alle nuove forme di organizzazione del lavoro, alla presenza femminile nel campo della ricerca, il dato rimarchevole è rappresentato dal 65% delle imprese del farmaco che adotta misure volte a tutelare le pari opportunità. In particolare si tratta di misure a sostegno della genitorialità, quali la flessibilità oraria e il congedo per la nascita di un figlio. Anche sotto questo aspetto, Menarini si presenta come una realtà aziendale all’avanguardia grazie al Menarini Baby, una scuola per la prima infanzia fondata nel 2012 e pensata principalmente per i figli dei dipendenti del Gruppo. 

“Volevamo sottolineare un aspetto importante, che è quello del rientro dopo la maternità – ha spiegato Massimo Galeazzi, Direttore delle Risorse Umane del Gruppo Menarini, a un evento di Farmindustria sul tema “Le imprese del farmaco per la natalità: welfare e cure”, – Il nostro fiore all’occhiello a Firenze, dove Menarini con il suo headquarter occupa più di mille dipendenti, è il nostro nido aziendale: ha la possibilità di ospitare bambini dai 3 mesi ai 3 anni di vita, in una struttura altamente qualificata e con personale altamente specializzato. E’ un’opportunità concreta che consente alle nostre mamme di non interrompere la continuità lavorativa e rientrare in assoluta tranquillità nel loro posto di lavoro, proseguendo così il loro percorso di sviluppo di carriera all’interno del Gruppo.

La rassicurante sensibilità sull’argomento evidenziata da parte del comparto farmaceutico italiano, è confermata dagli investimenti del Gruppo Menarini sugli spazi femminili nel mondo scientifico che ormai non si limitano ai soli ruoli dirigenziali. Nel 2020, l’azienda farmaceutica fiorentina insieme all’International Union of Immunological Societies e il relativo Gender Equality Committee ha annunciato il “Menarini Prize for Outstanding Woman Immunologist”, che mira a conferire un riconoscimento a immunologhe donne che si sono rivelate eccellenze del mondo scientifico grazie ai loro studi di ricerca. La vincitrice, che verrà annunciata al 18 Congresso di Immunologia che si terrà a Cape Town nel 2023, avrà diritto ad un premio di 40.000 dollari.

Infine, il Gruppo Menarini dedica un’attenzione speciale alle donne anche al di fuori dell’ambito scientifico e farmaceutico, in particolare con il progetto Formare per Fermare: una serie di corsi di formazione rivolti ai giornalisti per creare una maggiore consapevolezza su maltrattamenti, violenze e abusi contro le donne e promuovere un’informazione corretta, priva di stereotipi e pregiudizi, su questa tematica dolorosamente attuale. L’iniziativa ha già coinvolto centinaia di giornalisti in numerose città italiane, e ha visto il supporto magistrati, psicologi, criminologi e medici con esperienze specifiche di settore. 

Il Gruppo Menarini rappresenta quindi un vero e proprio modello culturale di inclusione e innovazione nel mondo scientifico e farmaceutico, che offre pari opportunità a ogni individuo indipendentemente dalle diversità, mantenendo al tempo stesso uno sguardo attento e presente su tematiche sociali di grande attualità. 

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