“Cancer in pregnancy – 15 years after”. Il tumore in gravidanza non pregiudica il buon esito del parto



Per molti, le parole gravidanza e tumore non possono coesistere nella stessa frase: l’una rappresenta l’inizio di una vita, l’altra, la possibile fine. Eppure, la diagnosi di tumore durante la gravidanza è stata in passato una delle più grandi tragedie che potesse capitare a una donna. La scelta ricadeva tra sacrificare il feto o mettere a repentaglio le possibilità di somministrare un trattamento efficace. Fortunatamente sono stati fatti molti progressi e nella maggior parte dei casi il tumore della madre può essere curato durante la gravidanza senza danneggiare il feto.

Questo è stato il tema del congresso “Cancer in pregnancy – 15 years after” che ha visto la collaborazione dell’Università di Milano e della Fondazione Internazionale Menarini. Un gruppo esperti internazionali ha contribuito a chiarire l’epidemiologia, la biologia ed i trattamenti migliori per le malattie oncologiche in corso di gravidanza.

Fondazione Menarini: “Cancer in pregnancy – 15 years after

La scoperta di un tumore durante la gestazione si verifica all’incirca in una gravidanza su mille. I casi sono però in crescita in tutto il mondo, probabilmente perché si è spostata in avanti l’età in cui le donne hanno il primo figlio e l’incidenza del tumore aumenta proprio con l’età. 

«I tumori più comuni in gravidanza sono i tumori al seno, i tumori ematologici (leucemia e linfoma), quelli ginecologici (principalmente alle ovaie e alla cervice uterina), e il melanoma – spiega Fedro Alessandro Peccatori Unità Operativa Fertilità e Procreazione in Oncologia all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano – Diminuisce il numero di donne che concepiscono un figlio prima dei vent’anni e si riduce la durata dell’allattamento, due fattori di protezione soprattutto nei confronti del tumore al seno, che ha visto un aumento di incidenza proprio nelle donne giovani. Diventa quindi necessaria una maggiore attenzione anche durante la gravidanza: la diagnosi precoce di qualunque neoplasia permette di migliorare significativamente la sopravvivenza. Bisogna definire screening semplici ma sistematici anche durante la gravidanza, come l’esame del seno e degli organi genitali e soprattutto fare cultura tra le donne e i medici».

Tumore in gravidanza: la cura è possibile

Ci sono tantissimi falsi miti che ancora oggi circolano e riguardano queste tematiche. L’importanza di questo convegno è stato non solo quello di riunire i maggiori esperti in materia, ma anche di contribuire a fare divulgazione scientifica: oggi esistono nuovi protocolli terapeutici che consentono di tenere sotto controllo la malattia in parallelo alla riduzione dei rischi per il bambino.

Guarda le video interviste dell’evento:

fondazione menarini

«L’inizio della chemioterapia durante il secondo trimestre di gravidanza non comporta rischi maggiori di malformazioni congenite, giacché il tasso risulta sovrapponibile a quello della popolazione non esposta – spiega Giovanna Scarfone, U.O. di Ostetricia e Ginecologia, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e co-presidente del congresso –. Certo, bisogna porre attenzione: i dati farmacocinetici e farmacodinamici indicano che l’utilizzo della chemioterapia in gravidanza non equivale al trattamento chemioterapico in donne che non sono gravide.» 

«Le possibilità di cura sono sostanzialmente le stesse di quando la malattia compare in un altro momento della vita e nella maggior parte dei casi ci si può sottoporre ai trattamenti senza compromettere il lieto evento – conferma Peccatori. L’esperienza degli ultimi anni ha insegnato che nella maggior parte dei casi è possibile garantire alla paziente le stesse opportunità di sopravvivenza di una donna non incinta, senza danneggiare il nascituro.»

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