Menarini Pills of Art: San Rocco in Gloria di Tintoretto

Iniziamo il nuovo anno con un altro bellissimo dipinto, questa volta conservato nella Scuola Grande di San Rocco, a Venezia, e posizionato nella Sala dell’Albergo, precisamente nel comparto centrale del soffitto. Un olio su tela suggestivo, grandioso, eloquente, che rese famoso tra i contemporanei, e immortale nella storia dell’arte italiana, l’artista che lo dipinse: stiamo parlando del dipinto di San Rocco in Gloria e del suo pittore Jacopo Robusti, detto Tintoretto.

Ad accompagnarci nel primo video arte del 2020 di Menarini Pills of Art Tintoretto, Maria Agnese Chiari, storica dell’arte.

San Rocco in Gloria e Jacopo Tintoretto

Più di ogni altra opera, San Rocco in Gloria è la storia di un’amicizia e di una profonda stima, che legò simbolicamente Tintoretto alla Confraternita di San Rocco in un “patto d’arte” che, come verrà in seguito definito, durò quasi 30 anni.

Nel 1564, la Confraternita bandì un concorso per affrescare la Sala dell’Albergo, l’importante salone destinato alle riunioni dei confratelli. Per l’occasione si sfidarono i nomi più importanti e indiscussi del tempo, come Federico Zuccari, Paolo Veronese e Giuseppe Porta detto Salviati. Ma mentre quest’ultimi presentarono – come da richiesta – un bozzetto del lavoro da eseguire, Tintorettocon la solita sua prestezza” si introdusse di notte nella scuola e collocò sul soffitto la tela finita e completata in ogni sua parte, vicendo la gara e aggiudicandosi così la commissione della decorazione di tutta la sala.

Menarini Pills of Art Tintoretto

Questo episodio, raccontato da Giorgio Vasari, divenne talmente famoso che venne citato anche al di fuori dei confini veneti:

“Tintoretto, tolta la misura della grandezza che aveva ad essere l’opera, e tirata una gran tela, la dipinse, senza che altro se ne sapesse, con la solita sua prestezza, e la pose dove aveva da stare. Onde ragunatasi una mattina la Compagnia per vedere i detti disegni e risolversi, trovarono il Tintoretto avere finita l’opera del tutto e postala al luogo suo. Perchè adirandosi con esso lui, e dicendo che avevano chiesto disegni e non datogli a far l’opera; rispose loro, che quello era il suo modo di disegnare, che non sapeva far altrimenti, e che i disegni e modelli dell’ opere avevano a essere a quel modo per non ingannare nessuno; e finalmente, che se non volevano pagargli l’opera e le sue fatiche, che le donava loro; e cosi dicendo, ancor che avesse molte contrarietà, fece tanto, che l’opera è ancora nel medesimo luogo.”

Il ribelle veneziano dimostrò non solo di essere un abile pittore, ma anche di saper reggere il confronto con artisti del calibro di Tiziano e Salviati, riproponendo quegli stessi elementi ma in una chiave del tutto personale.

A distanza di secoli, rimirando quest’opera, è ancora oggi impossibile per l’osservatore, che alza il suo sguardo al soffitto, non rimanere affascinato di fronte alla figura del santo di Tintoretto, che in modo quasi “eroico” si erge in bilico tra cielo e terra, …come l’orizzonte che segna la linea di confine tra il mondo celeste e quello terreno.

Trovi tutti i video delle Menarini Pills of Art su Youtube e sul nostro blog qui

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