Dolore, una patologia da comprendere e gestire

Il dolore rappresenta uno dei motivi più frequenti per cui i pazienti si rivolgono all’attenzione medica. Si tratta di una condizione debilitante tanto dal punto di vista fisico che da quello mentale, con conseguenze di rilevante portata sia sul tessuto sociale che sul funzionamento e il benessere economico della società nel suo complesso.
Si stima inoltre che circa il 10 % della popolazione mondiale soffra di una qualche forma di dolore, percentuale che corrisponde indicativamente a 60 milioni di persone.
Per questi motivi, il dolore è considerato uno dei principali problemi di salute del 21 secolo, e dal 2019 è stato classificato come patologia a sé dall’International Association for the Study of Pain (IASP).

 

Cosa si intende con dolore?

Dare una definizione di dolore può risultare complesso, perché la percezione del dolore varia da individuo a individuo; per questo motivo, nel darne la definizione ufficiale l’IASP ha messo il focus sull’esperienza individuale del paziente: in sostanza, è dolore ciò che ciascuno di noi decide essere dolore

La definizione dell’IASP, risalente al 1979 e oggetto di un processo di revisione e ampliamento nel 2020, inquadra il dolore come:

Un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a, o che assomiglia a, un danno tissutale reale o potenziale.

La definizione vede l’aggiunta di sei importanti note:

  1. Il dolore è sempre un’esperienza personale, influenzata in varia misura da fattori biologici, psicologici e sociali.
  2. Il dolore e la nocicezione, ovvero il processo sensoriale che rileva i segnali di dolore, sono fenomeni diversi. Il dolore non può essere dedotto solo dall’attività dei neuroni sensoriali.
  3. Attraverso le loro esperienze di vita, gli individui apprendono il concetto di dolore.
  4. L’identificazione di un’esperienza come dolorosa da parte di una persona deve essere rispettata.
  5. Sebbene il dolore abbia solitamente un ruolo adattativo, può avere effetti negativi sulla funzionalità e sul benessere sociale e psicologico.
  6. La descrizione verbale è solo uno dei diversi comportamenti per esprimere il dolore; l’incapacità di comunicare non nega la possibilità che un essere umano o un animale non umano provi dolore.

 

Dolore acuto e dolore cronico

Il dolore si può dividere in due gruppi principali: quello acuto e quello cronico.

Il dolore acuto è caratterizzato dalla comparsa improvvisa e dalla durata limitata nel tempo. E’ considerato la causa più frequente di richiesta di assistenza sanitaria.
Tra le condizioni dolorose più comuni troviamo mal di testa, dolore muscoloscheletrico, mal di denti e dolori mestruali. Anche il dolore post-operatorio rientra in questa definizione, con circa l’86 % dei pazienti che riporta un’intensità di dolore moderata, grave o estrema.  

Con dolore cronico si definisce una condizione di dolore che persiste o ricorre per un periodo di tempo superiore ai tre mesi.
Le sindromi più comuni legate al dolore cronico sono fibromialgia, lombalgia cronica, mal di testa e neuropatia. E’ una condizione che ha un grande impatto sulla vita del paziente, che spesso si ritrova affetto anche da disturbi del sonno, depressione e affaticamento.

 

Come misurare il dolore?

Una valutazione dello stato di dolore in cui si trova il paziente è basata sulla descrizione fornita al medico curante, su una scala di intensità che va da “lieve, moderata” fino a “grave, estrema”. Esistono inoltre altri due metodi di misurazione, la scala analogica visiva e la scala numerica verbale. 

La scala analogica visiva (VAS) prevede la rappresentazione dell’ampiezza del dolore provato da un paziente su una linea retta, solitamente lunga 10 cm, dove un’estremità corrisponde all’assenza di dolore e l’altra al peggior dolore immaginabile. 

La scala numerica verbale (VNS) prevede la classificazione del dolore da parte del paziente su una scala che va da 0 (nessun dolore) a 10 (il peggior dolore immaginabile).

Entrambi i metodi possono essere utilizzati anche per misurare il sollievo dal dolore a seguito di una terapia.

 

L’importanza della gestione del dolore

Il dolore in tutte le sue forme rischia di ridurre la qualità della vita del paziente e dei suoi familiari, lasciando un profondo impatto a livello lavorativo, personale e sociale. Per questo è necessario intervenire per gestirlo e trovare una soluzione rapida, che spesso abbraccia la multidisciplinarietà sotto forma di terapie mediche, fisiche e psicologiche.

Fin dai primi anni ‘80, il Gruppo Menarini si impegna attivamente per intervenire sul dolore con un’intensa attività di ricerca e sofisticati metodi di ingegneria molecolare per lo sviluppo di nuovi principi attivi che rispondano alle reali esigenze del paziente.

Nel corso degli anni, il Gruppo ha quindi sviluppato un’ampia gamma di prodotti farmaceutici per il trattamento delle condizioni dolorose, sia soggetti a prescrizione medica che in forma di prodotti da banco, e mira ad ampliare ulteriormente l’offerta terapeutica nell’area. 

Inoltre, l’azienda supporta anche numerosi studi clinici affinché si continui ad approfondire la patologia del dolore con un’informazione scientifica di alto profilo, rimanendo fedele ai propri valori che cercano sempre di raggiungere i più elevati standard di qualità, mettendo sempre il paziente al centro.

 

Una risposta a “Dolore, una patologia da comprendere e gestire”

  1. molto utile per chi soffre di dolori come La sottoscritta direi anche incoraggiante ad affrontare la situazione almeno si sa che qualcuno riesce a capire chi soffre di tale patologia Grazie

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