Contro i pregiudizi sull’età: l’importanza di combattere l’ageismo
Nella società contemporanea, l’età è spesso considerata più di un semplice numero: spesso diventa una barriera che separa e discrimina, specialmente quando si tratta di cure sanitarie per gli anziani. Questo fenomeno è noto come ageismo, dall’inglese age, età.
Il termine ageismo fu coniato da Robert Butler nel 1969, e indica un atteggiamento che discrimina, stigmatizza o svantaggia gli anziani sulla base della loro età. L’ageismo nell’assistenza sanitaria è particolarmente diffuso a livello mondiale ed è descritto come un fenomeno sociale che influenza il giudizio e il trattamento degli anziani, con il rischio sia di sottodiagnosi, che di sovradiagnosi e terapie inappropriate o eccessive.
Questo insidioso fenomeno, diffuso a livello globale, ha gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale degli anziani, limitando il loro accesso a cure adeguate, aumentando i costi sanitari, e causando un maggior isolamento sociale e un peggioramento della qualità della vita.
Quando gli anziani vengono considerati “troppo vecchi e costosi”, spesso viene loro negato l’accesso alle terapie migliori e più avanzate, influenzando negativamente sia le decisioni del personale sanitario che la percezione dell’invecchiamento da parte degli anziani stessi: infatti, gli anziani che internalizzano gli stereotipi negativi sull’età hanno una maggiore probabilità di sviluppare problemi di salute fisica e mentale, aumentando così il rischio di mortalità.
L’ageismo è diffuso anche nel sistema sanitario italiano, evidente soprattutto nei casi di malattie cardio-cerebrovascolari, che colpiscono oltre il 60% degli over-65 e raggiungono l’80% negli ultra 85enni, che in Italia superano i 2.2 milioni. Man mano che si invecchia, le prescrizioni farmacologiche e i controlli regolari raccomandati dalle linee guida diminuiscono progressivamente, arrivando a dimezzarsi negli over-85, dove si osserva un sotto-trattamento sostanziale fino al 40% dei casi.
Da queste considerazioni nasce la Carta di Firenze, il primo manifesto mondiale contro l’ageismo sanitario: il documento, pubblicato su European Geriatric Medicine e The Journals of Gerontolgy e coordinato da Andrea Ungar e Luigi Ferrucci, propone 12 azioni concrete per combattere pregiudizi e stereotipi legati all’età nell’assistenza sanitaria e migliorare qualità e durata di vita degli anziani. Tra queste azioni, la promozione dell’educazione e la sensibilizzazione della popolazione, soprattutto degli anziani stessi, è fondamentale per sconfiggere le false convinzioni che portano a pensare che la terza età sia un periodo di inevitabile declino.
Altri punti fondamentali sono una maggiore accessibilità alle cure, soprattutto per soggetti particolarmente fragili, con disabilità o svantaggi socioeconomici; ma anche accesso prioritario per gli anziani al pronto soccorso e strutture sanitarie age-friendly, dove gli anziani degenti non rimangano a letto per lunghi periodi, ma abbiano la possibilità di occuparsi della cura della propria persona, di fare riabilitazione e socializzare per facilitare il recupero.
Inoltre, il manifesto sottolinea l’importanza della personalizzazione delle terapie e della condivisione del percorso di cura tra medico, paziente e caregiver, per garantire che le opzioni terapeutiche siano scelte in base alle priorità e alle preferenze del paziente anziano.
“Anche se nel mondo molti operatori sanitari si adoperano per garantire agli anziani i trattamenti più avanzati, il 40% è escluso dalle cure migliori e dagli studi clinici per la sperimentazione di farmaci, con effetti negativi anche sulla longevità”, ha sottolineato Ungar, coordinatore della Carta. “E’ fondamentale un cambiamento nell’approccio alla cura dell’anziano, che non può essere trattato “a pezzetti”, ma deve essere seguito con uno sguardo d’insieme dal geriatra come medico della complessità”.
La Carta di Firenze è stata presentata in occasione del congresso “Anti-ageism Alliance. A Global Geriatric Task Force for older adults’ care”, organizzato da Fondazione Menarini con il patrocinio della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), che si è tenuto a Firenze il 5 e 6 aprile, e ha visto riuniti i presidenti delle maggiori società geriatriche del mondo, insieme a esponenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e delle Nazioni Unite, esperti di etica e rappresentanti delle associazioni di pazienti.
Il congresso ha fornito una piattaforma per discutere e promuovere ulteriormente i principi delineati nel manifesto: un’opportunità cruciale per catalizzare azioni concrete e migliorare il trattamento degli anziani a livello sanitario, ma anche sociale.
Contrastare l’ageismo significa fare in modo che nessun anziano venga lasciato indietro, senza poter accedere a terapie adeguate. Ora, è fondamentale trasformare in azioni i principi della Carta di Firenze, per assicurare che ogni individuo, indipendentemente dall’età, riceva le cure mediche di cui ha bisogno e che merita.