Premio nobel per la medicina 2016: vince Yoshinori Ohsumi
Non chiamatelo Nobel, la pronuncia esatta è Premio Nobèl. È l’onorificenza più importante al mondo che premia chi si è distinto nei campi dello scibile – in particolare in fisica, chimica, medicina, letteratura e impegno in favore della pace mondiale, “apportando considerevoli benefici all’umanità”.
Come tutti gli anni, i premi sono generalmente assegnati a ottobre mentre la cerimonia di consegna si tiene il 10 dicembre a Stoccolma, anniversario della morte del fondatore, Alfred Nobel, con esclusione del premio per la pace che si assegna sempre il 10 dicembre ma a Oslo.
A vincere quest’anno l’ambito premio è il giapponese Yoshinori Ohsumi.
Yoshinori Ohsumi e l’autofagia
«Sono sorpreso. Ero nel mio laboratorio», risponde così Yoshinori Ohsumi alla notizia dell’assegnazione del Nobel.
Nato nel 1945 in Giappone, a Fukuoka, Ohsumi ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università di Tokyo. Dopo aver trascorso tre anni negli Stati Uniti, è tornato a Tokyo dove ha istituito il suo gruppo di ricerca e dal 2009 è professore presso il Tokyo Institute of Technology.
Il 3 ottobre di quest’anno è stato scelto tra 273 scienziati candidati, per le sue scoperte sul fenomeno dell’autofagia, uno dei meccanismi fondamentali della biologia, che permette alle cellule di riciclarsi e rinnovarsi continuamente.
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L’autofagia cellulare è il processo con cui una cellula denutrita sacrifica alcune sue parti per fornire energia alle funzioni indispensabili e per riciclare i componenti. In poche parole, una sorta di pulizia cellulare. I meccanismi alla base di questo processo rimasero ignoti fino ai primi anni Novanta, fino a quando Ohsumi riuscì a identificare i geni che presiedono all’autofagia dapprima nel lievito di birra, in seguito nelle cellule degli animali, infine nell’uomo. Con questa prima scoperta, lui e altri ricercatori riuscirono a definire i vari passaggi di questo meccanismo.
Queste scoperte, è indicato nel Nobel: “aprono il percorso alla comprensione di molti processi fisiologici fondamentali, come l’adattamento dell’organismo in caso di fame e la risposta alle infezioni. L’autofagia fornisce rapidamente carburante, energia e mattoni fondamentali per il rinnovamento delle componenti di una cellula. È dunque essenziale nelle situazioni di mancanza di cibo o in altri tipi di stress.
Dopo un’infezione, l’autofagia permette di eliminare i batteri e i virus che avevano invaso l’organismo. Contribuisce allo sviluppo dell’embrione e al differenziamento delle cellule durante la crescita. Ed è fondamentale per le cellule al fine di liberarsi dalle proteine e dagli organelli danneggiati, attraverso un meccanismo di controllo della qualità che è essenziale per controbilanciare gli effetti dell’invecchiamento.”
Inoltre, si è scoperto, che le anomalie nel funzionamento dell’autofagia sono correlate allo sviluppo delle malattie da accumulo lisosomiale (come la malattia di Fabry e le mucopolisaccaridosi), della malattia di Parkinson, del diabete di tipo 2 e di altri disturbi legati all’età, e a varie forme di tumore.
Nel 2015 Yoshinori Ōsumi è stato premiato con il Person of Cultural Merit.
Qual è la storia del Nobel?
Il Nobel per la fisiologia o la medicina, come previsto dal famoso testamento di Alfred Nobel, fu assegnato per la prima volta nel 1901 dalla Karolinska Institutet. Ma i Nobel in realtà nascono in una circostanza strana.
Alfred Nobel è l’inventore della dinamite. Grazie alla sua invenzione divenne ben presto un ricco imprenditore con la passione per gli esperimenti. Infatti nel 1875 inventò la gelignite, esplosivo gelatinoso ancor più stabile e potente della dinamite, e nel 1887 brevettò la balistite, base della futura cordite.
Nel 1888 il fratello di Alfred morì a Cannes. Per errore un giornale francese pubblicò il giorno seguente il suo necrologio, riportando un titolo che lo definiva “Il mercante di morte”.
“Alfred Nobel, che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri”.
Si narra, quindi, che Alfred Nobel, preoccupato delle sorti del suo nome, decise di lasciare la sua ingente eredità istituendo i famosi Nobel. Come si legge nel suo testamento del 1895:
Il Testamento di Alfred Nobel del 1985
La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l’anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell’umanità.
6 Nobel all’Italia per la medicina
Il primo a vincere fu Emil Adolf von Behring nel 1901, per: “il suo lavoro sulla sieroterapia ed in particolare per l’applicazione contro la difterite”. Solo 5 anni più tardi, fu la volta del primo italiano. Camillo Golgi per il suo lavoro sulla struttura del sistema nervoso, assieme Santiago Ramón y Cajal.
Se vi state chiedendo quanti Nobel per la medicina sono andati all’Italia, il numero esatto è 6. Anche se spesso si tratta di collaborazioni internazionali. Dopo Golgi furono premiati:
Chi sono gli Italiani che hanno ricevuto il Nobel per la medicina?
- Nel 1957 – Daniel Bovet, “per le sue scoperte in relazione a composti sintetici che inibiscono l’azione di alcune sostanze dell’organismo, e soprattutto alla loro azione sul sistema vascolare e i muscoli scheletrici”.
- Nel 1969 – Salvador E. Luria insieme a Max Delbrück e Alfred D. Hershey, “per le loro scoperte sul meccanismo di replicazione e la struttura genetica dei virus”
- Nel 1975 – Renato Dulbecco insieme a Howard Martin Temin, David Baltimore: per le loro scoperte concernenti le interazioni tra virus tumorali e il materiale genetico della cellula”.
- Nel 1986 – Rita Levi Montalcini insieme a Stanley Cohen, per le loro scoperte e l’individuazione di fattori di crescita cellulare.
- Nel 2007 – Mario Capecchi insieme a Martin Evans e Oliver Smithies, “per le loro scoperte del principio per introdurre specifici geni nei topi tramite cellule staminali embrionali”.
Menarini e il premio Nobel
Vi lasciamo con una piccola curiosità. Lo sapevate che con noi collabora nella ricerca cardiovascolare anche un premio Nobel?
È Louis J. Ignarro, che nel 1998 è stato premiato, insieme a Robert F. Furchgott e Ferid Murad, per le sue scoperte sull’ossido nitrico come molecola di segnale nel sistema cardiovascolare. Di origine italiane, ma cresciuto a New York, la passione per le scoperte lo ha sempre accompagnato fin da piccolo, tanto da riuscire a costruire un razzo con il suo gioco preferito, il “Piccolo chimico”. E nessuno è più riuscito a fermare la sua corsa nemmeno il Nobel. Infatti come è solito dire «Amo il mio lavoro, mi sono sempre divertito a farlo. E ho continuato a studiare e imparare, anche dopo il Nobel».
…grandi…grandi uomini che fanno onore alla razza umana e danno modo di non considerare tutto il brutto ed il piccolo che ci circonda!
Non credo sia necessario anche se da pare di Nobel sia stata una buona idea quella di inventare un premio, ripeto non credo sia necessario premiare chi fa” del bene al mondo con delle invenzioni o si e” rivelato geniale in un qualsiasi campo, come la letteratura, la chimica, la matematica…penso che dei piccoli nobel nascosti ci siano in ogni parte del mondo, pur non essendo premiati, che contribuiscono a migliorare questo mondo nel piu” completo silenzio. A ognuno di loro va” un nobel di gratitudine per il grande e immenso contributo che danno all”umanita”. Penso inoltre che chi riceva il nobel sia talmente impegnato con la mente a fare sempre il meglio e che dica nel momento che viene scelto come eletto:” toh, ho vinto il premio nobel”. Una sorpresa inaspettata poiche” tanti ancor prima, sono i “geni” della storia piu” grandi di me che non lo hanno ricevuto e che mi hanno permesso di averlo.