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Luis Figo, il campione gentiluomo: quando il talento parla la lingua del Fair Play

Nel panorama del calcio mondiale, pochi nomi evocano un connubio così esemplare tra talento sportivo e condotta impeccabile come quello di Luis Figo.

Nato in Portogallo nella città di Almada nel 1972 e cresciuto nel quartiere popolare di Cova da Piedade, Figo ha percorso una traiettoria che lo ha visto protagonista nei principali palcoscenici europei, indossando le maglie di Sporting Lisbona, Barcellona, Real Madrid e Inter. Oltre a una bacheca piena di trofei, tra cui una Champions League, numerosi titoli nazionali e individuali come il Pallone d’Oro del 2000, Figo ha sempre mostrato un tratto distintivo che lo ha reso un giocatore unico: il rispetto verso il gioco, i compagni, gli avversari e il pubblico.

(Photo by ALAIN DE MARTIGNAC/FRANCE FOOTBALL/AFP via Getty Images)

Non è stato solo un fuoriclasse del dribbling e dell’assist, ma un atleta misurato, capace di coniugare lo spirito competitivo del campione e la correttezza dell’uomo di sport cresciuto con sani principi. Questo equilibrio tra agonismo e rispetto, tra ambizione e sobrietà, è stato riconosciuto pubblicamente il 3 luglio 2025, quando Figo ha ricevuto il prestigioso Premio Internazionale Fair Play Menarini (categoria “Personaggio Mito”), nella suggestiva cornice del Teatro Romano di Fiesole. Un premio che non celebra solo i gesti tecnici, ma anche quelli morali, che Figo ha incarnato lungo tutta la sua carriera, dalle giovanili nei piccoli club portoghesi fino al ritiro.

È proprio nelle fasi più simboliche della sua carriera che emergono i valori per cui è stato premiato. A Barcellona, dove ha militato dal 1995 al 2000, Figo era già considerato uno dei giocatori più forti del calcio europeo. Nonostante il ruolo offensivo e il contesto altamente professionistico del club catalano, è rimasto lontano da provocazioni e simulazioni, mantenendo uno stile semplice molto apprezzato dai tifosi. 

Il suo trasferimento agli acerrimi rivali del Real Madrid (uno dei passaggi più controversi della storia del calcio) avrebbe potuto trasformarlo in un personaggio divisivo, ma Figo rispose agli attacchi con compostezza, mai con polemiche. 

Il caso più emblematico resta il Clásico del 2002 (la sfida tra Barcellona e Real Madrid), quando al Camp Nou, tra cori ostili e lancio di oggetti, fu persino colpito da una testa di maiale lanciata dal pubblico infuriato. Di fronte a questa assurdità, la sua reazione fu silenziosa: nessun gesto offensivo, nessuna replica fuori luogo, solo la volontà di continuare a giocare e rispettare il campo. In quel gesto, apparentemente semplice, si nasconde l’essenza del fair play: non restituire il colpo, ma elevarsi al di sopra del conflitto.

Anche durante gli ultimi anni all’Inter, tra il 2005 e il 2009, Figo ha continuato a essere un esempio per stile e comportamento: mai coinvolto in diatribe, sempre presente nei momenti decisivi, con la naturalezza di chi non cerca il protagonismo, ma si guadagna la stima attraverso i fatti. 

Con la nazionale portoghese, ha totalizzato 127 presenze arricchite da 32 gol e raggiunto la finale di Euro 2004 e le semifinali dei Mondiali 2006, dimostrandosi un leader attento e misurato, capace di unire i talenti del gruppo lusitano e far crescere l’intera cultura calcistica del suo paese.

Valeria Speroni Cardi, Luis Figo, Filippo Paganelli

Il riconoscimento ricevuto al Premio Internazionale Fair Play Menarini arriva non solo per ciò che Figo ha fatto sul campo, ma per ciò che ha continuato a rappresentare fuori dal rettangolo di gioco. Dopo il ritiro, ha messo il suo nome e il suo volto al servizio di progetti sportivi e sociali, promuovendo attività benefiche attraverso la Luis Figo Foundation, impegnata in programmi di educazione, sport e salute. 

In ambito istituzionale, ha assunto ruoli di rappresentanza sia per l’Inter che per l’UEFA, contribuendo alla diffusione dei valori sportivi tra i giovani. Il suo stile comunicativo, mai eccessivo, sempre diretto e trasparente, lo rende una figura credibile anche nel dibattito pubblico. 

In un’epoca in cui il mondo del calcio è costantemente sotto i riflettori dei media, Luis Figo offre un modello di riferimento raro. La sua storia dimostra che il fair play non è un dettaglio accessorio, ma una cifra costante che accompagna chi vive lo sport con autenticità. 

Categories: Fair Play Menarini
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