L’altra parte del mondo: la storia di Jacopo

Quando frequentavo l’Università non erano previsti così tanti incontri con le aziende come succede oggi: non c’erano i Job Day e gli incontri con gli studenti universitari rimanevano sempre in ambito accademico. L’unica strada che pensavo di avere davanti era quella del ricercatore universitario, o almeno ho creduto fosse così per primi mesi dopo la laurea.
La mia vita è cambiata nel momento in cui ho inviato il curriculum al Gruppo Menarini, e non una, ma diverse volte. È stato come prendere quel famoso “treno al volo” che dalla mura universitarie mi ha portato a misurarmi con un contesto internazionale.
Un Global Regulatory Affairs Manager con il sogno di volare all’estero
È stato percorso iniziale bellissimo e anche molto duro, fatto di studio e di grande passione.
Sono un Global Regulatory Affairs Manager e quotidianamente gestisco tutti gli aspetti regolatori legati alla vita di un prodotto nei paesi asiatici, dalla registrazione al rilascio del farmaco. Per farlo, ogni giorno parlo con i miei colleghi dell’area asiatica, che conta ben 13 sedi Menarini.

Per molto tempo sono stati “nomi senza volto” o semplici indirizzi mail, ma l’opportunità, che mi avrebbe permesso di conoscerli, sarebbe arrivata da lì a poco e direttamente dal mio capo. Ero, infatti, in azienda da tre anni quando mi proposero di andare – primo del mio team – un anno estero. Ricordo di aver risposto di “Sì”, senza pensarci e senza nemmeno comprendere bene il nome città.
Il Gruppo Menarini mi stava per regalare il mio secondo cambio di vita: un anno da passare nella sede di Singapore.
Singapore è una città che oggi conosco in tutte le sue sfumature ma che all’epoca era una incognita: non conoscevo niente della cultura, della sua storia, né tantomeno i suoi abitanti; ma come mi disse il mio capo “era l’inizio di una nuova fase della mia vita, che mi avrebbe regalato tanto dal punto di vista lavorativo e personale”.
Postcards from Singapore
Il primo maggio del 2013 sono atterrato dall’altra parte del mondo. Quello stesso giorno ho fatto una lunga passeggiata fino al Merlion – statua simbolo della città che con la sua testa di leone e il corpo di pesce accoglie tutti i viaggiatori. Guardavo lo skyline di Singapore senza staccare gli occhi dai grattacieli. Solo dopo poche ore, avrei iniziato a lavorare lì vicino.
Del mio primo giorno di lavoro, ricordo il viaggio in bus e l’odore della città: un misto di foresta, umidità, di caldo… Ricordo anche l’emozione di poter dare finalmente un volto a tutti quei nomi e l’accoglienza calorosa dei miei colleghi. Amo il senso di multiculturalità che si respira in Menarini e a Singapore questo è anche molto più forte, forse perché come dicono gli abitanti del luogo “qui siamo tutti di passaggio”.
Verso l’ora di pranzo, mi sentivo già parte del gruppo e pronto a conoscere tutti i segreti della città, compresa la laksa, la tradizionale zuppa calda, piccante e super speziata, che ho consumato in giacca e cravatta sotto il sole cocente di Singapore!
Ma laksa a parte, posso dire che quelli stati giorni straordinari. Ho avuto la possibilità di lavorare su tantissimi progetti e questo mi ha permesso di imparare e crescere moltissimo in pochi mesi. Merito soprattutto dei miei colleghi: grazie a loro questa esperienza lavorativa è diventata anche un percorso di formazione personale.
Menarini: crescere sempre professionalmente e umanamente
A un anno di distanza, ripassando dal Merlion, ricordo di aver pensato “ho fatto la scelta giusta”. I miei colleghi, gli amici che ho conosciuto a Singapore, gli abitanti stessi, mi hanno aiutato a vedere le cose in un modo diverso; a trovare la bellezza in quello che per noi sembra a prima vista inconsueto, diverso, a valorizzare ogni singola persona in quanto testimone di un vissuto personale e universale.
Dopo il primo anno, sono ritornato a Singapore nel 2015. Certo, il mio ruolo era cambiato, avevo molte più responsabilità e dovevo supportare un intero team di persone, ma sentivo di avere alla spalle un Gruppo solido e forte.
Durante questa seconda esperienza penso di aver acquisito quelle che vengono chiamate soft skills: ho imparato l’importanza di chiedere “come stai” o di scambiarsi un sorriso nei corridoi. Ho imparato a trovare soluzioni rapide e soprattutto che è più facile trovarle quando si è in tanti; e soprattutto ho capito che la bravura di una persona non è data dalla sole competenze professionali ma dalla capacità di valutare ogni aspetto da tutti i punti di vista, valorizzando sempre le persone con cui si lavora.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a ricordare la grande ruota panoramica, la Marina Bay, i Gardens by the Bay, dove ha mosso i primi passi la mia bambina Elisa, China Town e Serangoon Road, e infine l’Helix Bridge che, con le sue spirali, ci ricorda l’eterna continuità della vita, la rinascita, il progresso.
Meravigliosa esperienza!
Indirizzata, anche, ai giovani laureati in cerca di lavoro!
ESPERIENZE BELLE COME QUESTA POSSONO ESSERE DISTIMOLO E SPERANZA X MOLTI NOSTRI GIOVANI
Un mondo che non conoscevo, va bene la Menarini a Firenze,,Dresda,ma tutto il resto, una realtà che mai avrei immaginato.