“L’arte è persino più bella della realtà, che col tempo svanisce.”
Leonardo da Vinci
Nel bellissimo Salone del Cinquecento, a Palazzo Vecchio, Firenze, sabato 5 marzo, si è tenuta la presentazione dell’ultimo volume della collana d’arte Menarini, dedicato quest’anno a Leonardo da Vinci. Un appuntamento molto importante che si ripropone ogni anno e che proprio in questa continuità trova il suo significato più profondo: ovvero il legame del Gruppo Menarini con la storia dell’arte italiana.
Un legame che dura da oltre 50 anni, precisamente dal 1956, e che ha visto nel tempo la realizzazione di monografie d’arte dedicate ogni anno a un illustre esponente della pittura e della scultura italiana. Quest’anno la scelta è ricaduta su Leonardo da Vinci, ripercorrendo il periodo a cavallo tra fine ‘400 e inizio ‘500.
Con un linguaggio chiaro e semplice, si è voluto indagare sul Leonardo artista, anzi genio e innovatore delle arti figurative ma anche sull’uomo, scavando negli aspetti privati e in quelli più legati agli affari di corte: le lettere con il Savonarola, con il Machiavelli, con Lorenzo il Magnifico.
Collana d’arte Menarini – Leonardo e i potenti dell’epoca
“Nell’evidente impossibilità di dare conto, con completezza, della multiforme creatività di Leonardo e dell’amplissimo spettro delle sue attività e competenze, – ha evidenziato il professore Marco Versiero – si è scelto di prediligere un racconto della sua vita e della sua carriera di artista, di tecnico, di pensatore, che si inserisse nel più vasto panorama delle vicende storico-politiche del suo tempo, col quale egli ebbe direttamente a confrontarsi. Si è cercato, dunque, di intrecciare la discussione del valore artistico e scientifico della sua opera con il rilievo storico delle relazioni da lui intrattenute a vario titolo con i potenti dell’epoca (dai Medici agli Sforza, dai Borgia ai re di Francia) e con eminenti personalità, da Bernardo Rucellai a Girolamo Savonarola, a Niccolò Machiavelli.”
Un artista complesso, dalle mille sfaccettature, enigmatico un po’ come il sorriso della Gioconda o il ritrovato Salvator Mundi, strappato di recente all’oblio di una collezione privata americana. Eppure in questa massa intricata, un momento di chiarezza ci viene regalata con la descrizione dell’Adorazione dei Magi, del professore Antonio Natali.
Leonardo da vinci e le opere d’arte – Leonardo e l’Adorazione dei Magi
Lucia Aleotti, il Gruppo Menarini e la passione per l’arte
Nel Salone del Cinquecento, in questa magnifica sala che tiene ancora imprigionato il mito della Battaglia di Anghiari e lo spirito del suo artista, ci siamo domandati “ma se Leonardo fosse vissuto ai giorni nostri?” La risposta è arrivata dal presidente del nostro Gruppo, Lucia Aleotti: “Beh, sicuramente avremmo cercato di assumerlo all’interno del Gruppo Menarini“.
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Leonardo (1452-1519) nato a Vinci e Michelangelo Buonarroti (1475-1564) nato a Caprese nella Val Tiberina, territorio della Repubblica fiorentina. A ventitré anni e novanta chilometri di distanza, con la città di Firenze in mezzo. Come due satelliti orbiteranno sempre intorno al capoluogo toscano, per planare alla fine, Leonardo in Francia dal re Francesco I, e Michelangelo a Roma dal Papa. Di comune avevano il genio, il patrimonio culturale della Firenze rinascimentale, e un volto somigliante al termine della vita. Sebbene il genio abbia sempre qualcosa di misterioso nella sua genesi e nelle sue manifestazioni. Il loro genio, pur manifestandosi in modo differente, si esprimeva spesso attraverso processi ricorsivi. Il moltiplicarsi dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli, ne è una tipica situazione. Effetto ottico che i geni, in vari modi, a volte ricreano nelle loro opere. Era stato cosi anche per Filippo Brunelleschi (1377 1446) uno dei padri del Rinascimento, il geniale progettista e costruttore della cupola del Duomo fiorentino. Alcune considerazioni sul genio di Leonardo e Michelangelo sono evidenti, altre volte sono basate su interpretazioni. Del resto, dei quadri rinascimentali non abbiamo quasi mai un’esauriente descrizione, o anche solo parziale da parte degli autori. Caratteristica peculiare di questo tipo di genialità è il prodursi, in modo quasi magico, del non finito in campo artistico. Avviene quando l’immagine dell’oggetto tra i due specchi piani non è compiuta definitivamente, ma è completata dalle infinite riflessioni, poste magari nella mente dell’osservatore. Il non finito nell’arte nasce con le statue di Michelangelo, e con l’elaborazione critica che ne fece il pittore, scultore e soprattutto biografo Giorgio Vasari (1511-1574). Ma lo ritroviamo anche nelle opere di Leonardo. Trovarsi spesso in una camera degli specchi è pericoloso per la sanità della mente. In questo caso a smarrirsi non è la coscienza, ma l’identità sessuale. Molte figure dei due artisti hanno un carattere androgino. Cfr- ebook/Kindle. Leonardo e Michelangelo: vita e opere
Da tempo ho avuto modo di apprezzare l'interesse mostrato dalla Menarini nei riguardi dell'arte. Ogni diversi decenni curo anch'io qualvolta mi sono trovato ad aspettare il mio turno per una visita specialistica e non sul mio stato di salute, nella sala di attesa di diversi medici ho potuto constatare come tra le tante riviste messe a disposizione dei fruitori durante l'attesa per la visita medica, le riviste della Menarini occupavano un ruolo principale e non mancano le pubblicazioni dell'arte, dalla scultura alla pittura, dalle incisioni agli oli ed acquerelli di egregi pittori contemporanei e del passato. Ecco perchè mi sono scritto, per poter arricchire la mia conoscenza e cultura nel campo dell'arte, che da diversi decenni curo e pratico.
sono un autodidatta nel campo dell'arte, sono principalmente un acquerellista, ma mi servo di diversi pigmenti cromatici, sono un impressionista, ho seguito dei corsi per l'incisione, partecipando a mostre collettive in Italia, molte personali e da recente mi sto dedicando alla scultura.
non ho niente da commentare in merito alla grandezza del grande Maestro Leonardo da Vinci oltre il commento da voi fatto. La Menarini ha sapientemente messa sul tavolo culturale la vera dottrina dello studio dell'arte del passato confrontandola con l'arte " moderna", additandone i caposcuola delle discipline artistiche. Mi è piaciuta la battuta : se Leonardo fosse vissuto ai giorni nostri...ed il Presidente del gruppo, Lucia Aleotti.
OTTIMA INIZIATIVA CHE POTREBBE ESSERE COMPLETATA CON L'AGGIUNTA DI UNA RIPRODUZIONE ON-LINE DEL VOLUME SU LEONARDO.