La Telemedicina e la nuova era della salute digitale

Quest’anno, anche a causa del Covid, l’interesse per la telemedicina è cresciuto a livello esponenziale e molti dei progressi tecnologici e organizzativi – che altrimenti sarebbero stati implementati probabilmente nei prossimi anni – sono stati portati a termine già nei mesi di lockdown. 

Ma cos’è esattamente la telemedicina?
Come la parola stessa suggerisce, “tele” deriva dal greco e significa “lontano”, per
telemedicina si intende quindi l’insieme di tecnologie – oggi digitali, ma fino a qualche anno fa analogiche – che permettono l’erogazione da remoto di servizi sanitari specifici.

Per le persone più fragili o con patologie croniche, la telemedicina ha mostrato la sua immediata utilità, permettendo a milioni di pazienti di poter continuare il proprio percorso di cura evitando di accedere a strutture ospedaliere straordinariamente affollate. In questi mesi, il ricorso alla telemedicina è stato quindi quasi obbligatorio, ma le potenzialità di crescita di questo mercato erano già emerse negli scorsi anni. 

Già nel 2018 il valore globale di questo settore era pari a 34 miliardi di dollari; un dato che si amplifica fino ad arrivare a quasi 186 miliardi di dollari nelle previsioni del 2026 (Fortune Business Insights).

La pandemia ha causato non pochi disservizi alla maggior parte dei cittadini. Solo in Italia nel 2020 sono state effettuate 14 milioni di visite specialistiche e 12 milioni di esami diagnostici in meno rispetto agli anni precedenti (dati provvisori). Molti pazienti infatti non sono riusciti a ricevere uno screening, una visita medica per la diagnosi precoce o il follow up di una patologia. In questi casi, le visite a distanza rappresentano un’opzione efficace per ridurre gli accessi nelle strutture ospedaliere, senza trascurare i bisogni del paziente.

Alla base di questo interesse per la telemedicina ci sono sicuramente diversi fattori che operano indipendentemente dal periodo di emergenza che stiamo vivendo, come la necessità di contenere alcuni costi sanitari da parte delle amministrazioni pubbliche, un accesso universale a internet e alle tecnologie cosiddette “smart” di rilevamento e di condivisione di dati biometrici (come, ad esempio, le tecnologie di rilevamento cardiaco sugli smartwatch), l’invecchiamento della popolazione e l’incremento di malati cronici, ma soprattutto un progressivo cambiamento di approccio verso le tecnologie digitali da parte sia dei pazienti sia della classe medica.

Il Gruppo Menarini (in particolare i laboratori Guidotti, l’istituto farmacobiologico Malesci e l’istituto Lusofarmaco) ha supportato incondizionatamente alcuni progetti di telemedicina con aziende che forniscono strumenti per permettere ai pazienti di poter effettuare delle visite mediche da remoto. Grazie all’utilizzo di questi nuovi strumenti, dall’altro lato dello schermo i pazienti potranno trovare il proprio medico specialista, il quale, a sua volta, potrà continuare a seguire i suoi pazienti a distanza.

Sebbene in Italia mancassero linee guida nazionali aggiornate sulla telemedicina, nel 2020 alcune regioni hanno implementato diversi progetti in questo campo. La Toscana, per esempio, ha realizzato una piattaforma di telemedicina, grazie alla quale sono state effettuate oltre 10.000 televisite, soprattutto a pazienti diabetici, cardiologici e reumatologici, che si sono connessi col medico dal computer di casa, ma anche dal cellulare o dall’iPAD tramite un’App.

In altri casi, come in Lombardia, già prima del Covid, erano attive delle piattaforme gestite dalle cooperative dei medici di famiglia che, durante l’emergenza, sono state destinate al monitoraggio in tempo reale dei pazienti colpiti da Covid-19 e in isolamento domiciliare. Nel dicembre 2020, il Ministero della Salute ha infine pubblicato il documento che fornisce le indicazioni da adottare a livello nazionale per l’erogazione di alcune prestazioni di telemedicina, in particolare la televisita.

Mentre in Europa la telemedicina si sta realmente affermando in questi ultimi mesi, nei territori dell’Asia Pacifico il settore sta vedendo uno sviluppo straordinario.

In Cina, dove già esiste un mercato sviluppato di soluzioni mediche digitali, attraverso l’utilizzo di piattaforme online i pazienti possono acquistare facilmente i loro farmaci da casa. Il prodotto può essere semplicemente aggiunto al carrello e caricata quindi la propria prescrizione medica esistente o richiesto un consulto medico online, semplificato da sistemi di intelligenza artificiale. Ciò ha visto una crescita di utilizzo in particolare per il trattamento delle malattie croniche, soprattutto a causa dell’enorme numero di pazienti alla ricerca di strumenti online per la gestione della propria condizione.

Quando l’emergenza sanitaria finirà, ci aspettiamo che questo nuovo settore non sia più soltanto una necessità, ma che diventi parte di una nuova normalità e la conferma di una nuova era di “salute digitale”!

 

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